Nel cuore dell’Umbria, a sua volta polmone verde dell’Italia, adagiato su di un colle a quasi 500 metri di altezza che domina la Valle Umbra, si trova il borgo medioevale di Montefalco. Il comune conta circa 5500 abitanti, e si compone di 13 frazioni, tutte distese sulle colline intorno al borgo antico. Tutto intorno ad esso, vigneti ed oliveti fanno da splendida cornice a quello che, a tutti gli effetti, è un vero e proprio ritratto dell’Umbria più vera. Dalla cima del colle è possibile ammirare panorami mozzafiato, da Perugia a Spoleto, da Assisi a Trevi, fino alle bianche (in inverno) cime dell’Appennino. Per questa favorevole posizione panoramica, dal 1568 gli è stato attribuito l’appellativo di “Ringhiera dell’Umbria”.
Il toponimo Montefalco si deve, secondo la tradizione, a Federico II di Svevia. L’imperatore, visitando i luoghi nel XIII secolo, constatando il gran numero di falchi presenti nell’area, decise di cambiare il nome della località da Coccorone, (Cors Coronae) a quello attuale. La presenza dell’animale nel territorio è andata via via scemando, fino a raggiungere il minimo storico in età moderna. Il 31 luglio 2007 è stata liberata nei cieli di Montefalco una coppia di gheppi, con finalità di ripopolamento. Il progetto ha avuto un grandissimo successo e i gheppi si sono riprodotti. Intorno al 1280 la città viene conquistata da Todi,come testimoniato dallo stemma cittadino rappresentante un’Aquila e posto su di un palazzo alla destra di porta di Sant’ Agostino, durante il periodo dell’occupazione tuderte inizia la coltivazione delle uve per il grechetto che si vanno ad aggiungere alla trazione più antica del vino rosso, nello stesso periodo avviene anche la costruzione del palazzo pubblico (oggi sede del comune) e dei più importanti edifici religiosi. La città diviene così la più importante fortificazione del territorio tuderte contro Foligno e Spoleto fino al 1383 quando a vicende alterne prima passa sotto I Trinci, signori di Foligno, per poi divenire come gli altri centri umbri di dominio papale.
Ma cosa possiamo visitare durante una breve gita a Montefalco?
Incominciamo il tour dalle sue splendide mura medioevali, intramezzate dalle porte di Federico II, di Sant’Agostino, di Camiano, della Rocca e di San Leonardo. All’interno della prima cinta di mura sono presenti molte chiese, tra cui vale la pena menzionare Sant’Agostino, costruita insieme al convento nella seconda metà del Duecento su un piccolo edificio preesistente, probabilmente consacrato a San Giovanni Battista.
Una volta entrati in città, si potrà visitare la chiesa-museo di San Francesco che rappresenta una sintesi della storia, della cultura e della tradizione di Montefalco. Fu costruita tra il 1335 e il 1338 dai frati minori, terzo insediamento francescano nell’ambito montefalchese, ma il primo entro le mura. Nel 1863 passò in proprietà al Comune che, dal 1895 la rese la sede del Museo Civico. Dal 1990 il museo si articola in tre spazi espositivi: la ex chiesa, nota in tutto il mondo per gli affreschi di Benozzo Gozzoli denominati “Storie della vita di San Francesco”, dove si conservano una Natività del Perugino e affreschi di Scuola umbra del ’400; la pinacoteca, dove sono custodite molte opere di Francesco Melanzio, Antoniazzo Romano, Niccolò Alunno, Melozzo da Forlì, dipinti di Scuola umbra dal ’300 al ’700, e una raccolta di Arti Minori; la cripta, in cui si trovano reperti archeologici ed altre sculture e frammenti di varie epoche.
Percorrete poi la via su cui si affaccia la chiesa-museo di San Francesco, fino ad arrivare alla bella piazza circolare dove si trovano il Palazzo del Comune, la ex chiesa di San Filippo Neri oggi teatro, l’oratorio di Santa Maria e significativi esempi di residenze signorili del XVI secolo.
Per completare la vostra visita a Montefalco, vi consigliamo anche di vedere la chiesa di Santa Chiara della Croce. Fu la stessa Santa Chiara che fece costruire la chiesa che oggi porta il suo nome. Qui ella venne sepolta nel 1308, ma successivamente l’edificio venne ricostruito due volte, nel 1430 e nel 1615. La chiesa ha una severa e classica eleganza con un interno solenne a tre navate e un’urna d’argento dove riposa il corpo della Santa. Attraverso la Sagrestia si raggiunge l’antica chiesetta di Santa Croce, con pregevoli affreschi trecenteschi di scuola umbra.
Della Santa resta anche il monastero agostiniano di Santa Chiara, del quale divenne badessa nel 1291. All’interno del monastero di clausura, visitabile su richiesta, vi sono numerose opere d’arte, in gran parte sistemate nel chiostro quattrocentesco. In una delle sale si trova un affresco di Benozzo Gozzoli raffigurante Santa Chiara. Il Chiostro Piccolo ha un giardino molto particolare: le sue aiuole raffigurano i Misteri della Passione e vi cresce l’Albero di Santa Chiara, le cui bacche vengono utilizzate dalle monache per intrecciare le corone del rosario.
La cittadina è poi sede di tre ricorrenze festose:
- Gioco de La Ciuccetta: tradizionale gioco aperto a tutti che si svolge sotto il loggiato del Palazzo Comunale il lunedì di Pasquetta. Si pratica con delle uova fresche, proprie o acquistate sul posto. Vince chi resta con l’ultimo uovo intero dopo aver sfidato gli altri concorrenti a rompere un uovo usando il proprio in uno scontro “pizzo a pizzo”, che determina quello dal guscio più duro.
- La Fuga del Bove: corsa dei tori al “Campo dei giochi” dove si gareggia nella rievocazione del gioco popolare che fin dall’epoca medioevale si teneva nei giorni di Natale. I giostratori di ciascun quartiere accompagnano e guidano, di corsa, un toro (del peso tra i 4 e i 5 quintali) lungo un percorso prestabilito in una gara a scontri diretti due a due. Il vincitore finale si aggiudica il Palio, che ogni anno viene commissionato a un artista diverso, dipinto ispirandosi a Montefalco e al carattere della manifestazione.
- La festa della vendemmia: tradizionale festa che si svolge la terza domenica di settembre di ogni anno. Gli appassionati abitanti di ogni frazione della città partecipano e danno il loro meglio per allestire vari carri allegorici ispirati alle tradizionali usanze montefalchesi dal periodo della vendemmia fino ai cicli successivi della vinificazione, rievocando lo stile di vita tipico del mondo contadino di tanti anni fa. La sfilata si svolge ogni anno per le vie di Montefalco fino a radunare tutti i carri, trainati alcuni anche da animali o da trattori d’epoca, in Piazza dal Comune dove si mangia e si beve in allegria tra musica e danze
Il mese di agosto è invece caratterizzato dall’evento detto “agosto montefalchese”, che si conclude il 19 agosto con la “Fuga del Bove”. Il centro storico si popola di persone, soprattutto turisti, ma anche tantissima gente dei dintorni. Vicoli, osterie, ristoranti ed enoteche si riempiono di migliaia di ragazzi ma non solo, fino a notte fonda.
Il turismo, oltre alle bellezze del borgo antico, si basa in grande misura sul vino, vero e proprio “totem” della zona grazie al vitigno autoctono Sagrantino, di cui parleremo approfonditamente nella sezione dedicata.
Non potete davvero mancare a Montefalco, vero e proprio gioiello medioevale incastonato tra vigneti ed oliveti.